Scoperti falchi pecchiaioli e rondini

Il Cittadino                   Centro lodigiano            27 settembre 2007            pagina 17
 
San Colombano  Scoperti falchi pecchiaioli e rondini
 
Il cielo sopra la collina affollato di migratori, già 1.300 avvistamenti
 
Sono più di 1.300 i volatili in migrazione che sono stati registrati in passaggio sul campo d’osservazione di San Colombano al Lambro, promosso da Picchio Verde, Grol (Gruppo Ricerche Ornitologiche Lodigiano) e Wwf. Gli appostamenti sono avvenuti sulle colline di San Colombano, in un luogo panoramico particolarmente adatto, dal 19 agosto al 3 settembre, mattina e pomeriggio, per un totale di 92 ore di osservazione. Ad alternarsi sono stati una dozzina di osservatori, di cui almeno la metà esperti.«I risultati sono stati superiori alle aspettative iniziali, sia per il numero e la qualità degli avvistamenti, sia per l’interesse di nuovi volontari che si sono uniti allo zoccolo duro di osservatori - dice Marco Siliprandi del Grol -. I risultati probabilmente sono ancora migliorabili, con una maggiore esperienza degli osservatori e con una copertura contemporanea dei punti a sud e a nord, che quest’anno è stata impossibile».
Tra le specie osservate, i falchi pecchiaioli hanno fatto la parte del leone, con 1.286 avvistamenti. Molto significativi, per la loro rarità, anche i tre avvistamenti di falco pescatore e uno di falco pellegrino. Tra gli altri rapaci, quindi, sono stati visti un falco di palude, un nibbio bruno, alcuni sparvieri e diverse poiane, tra cui una poiana calzata. Registrati, infine, tra i migratori 10 rondoni e 131 gruccioni. Numerosi, ma non registrati, sono stati gli avvistamenti di uccelli nidificanti sulla collina.
«Il campo ha un interesse specifico per la migrazione e, nella rete di osservazione del nord Italia, è l’unico nella pianura Padana, il secondo in Lombardia oltre a quello ormai storico di Ponti sul Mincio - continua Siliprandi -. I numeri di San Colombano non sono nemmeno un decimo di quelli di Ponti sul Mincio, ma le potenzialità della collina banina, come balcone d’osservazione delle rotte migratorie in pianura, sono ancora tutte da esplorare e da scoprire».
Un lavoro iniziato in sordina e quasi casualmente tre anni fa sta diventando quindi un piccolo caso di interesse e di studio molto particolare, e qualcuno comincia ad accorgersene. «Anche grazie a queste osservazioni, basate sul lavoro dei volontari, San Colombano è segnalata nella rete della biodiversità della regione Lombardia - dice Maurizio Papetti del Picchio Verde. - Quest’anno, ai soliti volontari, si sono aggiunti altri osservatori provenienti da Lodi, Pavia e San Donato: la gente comincia a venire in collina per qualcos’altro oltre al vino, e questo dimostra ancora di più che la difesa del suo stato di conservazione naturale dovrebbe essere una priorità per tutti».
Sull’onda dell'entusiasmo per gli ottimi risultati del campo d’osservazione, gli organizzatori stanno già pensando a nuovi appuntamenti: tra ottobre e novembre potrebbero essere organizzate giornate d’avvistamento per cercare di registrare il passaggio di gru, già viste l’anno scorso, cicogne e aquile minori. Infine, alla metà di ottobre, si terrà un minicorso di tre serate, aperto al pubblico, per imparare a osservare e riconoscere gli animali che abitano sulla collina. Andrea Bagatta

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