Il Cittadino, 31 Dicembre 2005, Centro Lodigiano, Pagina 23
San Colombano Soddisfatto il sindaco: «Premiati anni di lavoro con la provincia, ora le osservazioni dei cittadini»
Il sogno della collina è diventato realtà
Il consiglio approva il regolamento del parco banino: stop al cemento e tutela delle vigne
San Colombano Percorsi ciclabili, pedonali ed equestri, recupero delle strade vicinali, aree di sosta panoramica, cartelli e pannelli informativi, salvaguardia delle acque e dei boschi, recupero delle aree degradate, divieto di nuove costruzioni, conservazione e riutilizzo del patrimonio architettonico esistente, tutela e promozione dell'agricoltura e in particolare della vite: il libro dei sogni della collina di San Colombano ha trovato il suo piano attuativo.
Nella seduta dello scorso 28 dicembre il consiglio comunale ha adottato il piano particolareggiato del Parco della Collina con il voto favorevole della maggioranza e dei gruppi di minoranza Nuova San Colombano e Diritti Ambiente Partecipazione, e l'astensione del gruppo Amministriamo Insieme. Il documento individua e disciplina con norme tecniche l'uso del territorio e le sue trasformazioni urbanistiche, edilizie e naturalistiche: in pratica, regola la crescita del Parco che si estenderà su tutta la collina del territorio di San Colombano, in attesa dell'adesione degli alti comuni interessati: Graffignana e Sant'Angelo per la provincia di Lodi, Miradolo Terme e Inverno e Monteleone per la provincia di Pavia. Come per ogni altro atto urbanistico, i cittadini potranno prenderne visione per 30 giorni e fare le loro osservazioni per altri 30 giorni. L'amministrazione ha promesso anche incontri aperti alla cittadinanza per farne conoscere il contenuto.
«Nello stendere il piano abbiamo cercato di trasformare in norme tecniche aderenti alle leggi il principio di tutela dell'ambiente, e della vite in particolare come elemento qualificante della collina», ha spiegato l'architetto Umberto Bloise, redattore del documento. Soddisfatto il sindaco Gigi Panigada, che apre a possibili migliorie: «Il piano è frutto di anni di collaborazione con la provincia di Milano e ora era indispensabile adottarlo nella forma che abbiamo condiviso con essa. Niente vieta che eventuali osservazioni migliorative di cittadini e associazioni siano poi recepite». Questo atto rappresenta la tappa più importante per la creazione dell'ente Parco, che quindi dovrebbe diventare operativo entro il 2006.
Il consiglio comunale ha adottato anche il programma pluriennale degli interventi, che prevede spese per oltre 700 mila euro il primo anno e oltre 900 mila per il secondo e il terzo, con una ripartizione tra comune e provincia di Milano. Nel programma sono delineati i vari interventi necessari alla realizzazione, alla promozione e alla gestione del Parco, oltre che per ricerche specifiche. Tra le prime opere, partiranno la sistemazione e l'adeguamento delle principali strade collinari e un progetto di rete ciclabile collinare. Entrambe le operazioni conteranno su un finanziamento provinciale già stanziato.
Il Cittadino – 09 Dicembre 2005 – Centro Lodigiano – pagina 20
San Colombano Polemica di opposizione e cittadini sulla scelta della giunta
In un consiglio “a porte chiuse” il progetto del parco della collina
San Colombano Ancora non c’è e già fa discutere: il Parco della collina suscita le prime polemiche, non di merito ma di metodo. Prima dell’adozione prevista per fine mese, i consiglieri comunali conosceranno il piano particolareggiato del Plis, o Parco locale d’interesse sovracomunale, il prossimo 12 dicembre, nel corso di una seduta di consiglio a porte chiuse. «Ma a memoria non si ricorda un consiglio a porte chiuse - dice Luisa Rota del gruppo di minoranza Amministriamo Insieme -. Questa formula è prevista dal regolamento nel caso in cui si discuta di fatti particolarmente gravi o riservati, relativi a persone che devono essere nominate. Non si capisce questa scelta per il Parco, che invece dovrebbe essere condiviso e appartenere a tutti». Non si entra nella sostanza del progetto, che ancora non è conosciuto, ma sul metodo adottato per la realizzazione e la presentazione. «Si tratta di una delicatezza istituzionale nei confronti dei consiglieri - spiega il sindaco Gigi Panigada -. Molti di essi sono nuovi e non hanno avuto la possibilità di conoscere la questione in precedenza. Questo incontro ci permetterà di illustrarlo nel dettaglio, con gli approfondimenti del caso, difficilmente praticabili nel corso di un consiglio comunale normale». Ma perché la scelta di tenerlo a porte chiuse? «L’iter del piano è stato lungo, anche per la necessità di recepire le istanze della provincia di Milano - risponde il sindaco -. Ora il piano è cristallizzato e dovrà essere adottato così come è, perché diversamente si dovrebbe rimandare il documento alla visione della provincia e quindi ci perderemmo in un continuo vai e vieni senza giungere a conclusione. Una volta adottato, poi, ci sarà tutto il tempo per presentare pubblicamente il piano e conoscere le osservazioni della gente. Che senso avrebbe avuto un consiglio comunale aperto in cui la gente non si sarebbe potuta esprimere?». Dopo l’adozione ci saranno 30 giorni di pubblicazione e altri 30 per presentare le osservazioni. In questo periodo, l’amministrazione effettuerà incontri pubblici aperti per spiegare il progetto nel dettaglio e recepire eventuali indicazioni e suggerimenti. «Le osservazioni, però, sono uno strumento tecnico che non permette di costruire insieme e di condividere il piano», ribatte non convinta Luisa Rota. «Il Parco sarà di tutti, e tutti dovrebbero essere chiamati a partecipare il più possibile, in ogni fase: è una questione di metodo, poco democratico e trasparente».
Andrea Bagatta